Le chiese

San Panfilo, portaleCattedrale di San Panfilo: eretta nell'VIII secolo sulle rovine di un tempio pagano dedicato ad Apollo e Vesta, venne dedicata prima alla Vergine Maria e poi a San Panfilo Vescovo. Verso la fine dell'XI secolo fu completamente rinnovata e nei secoli successivi fu danneggiata da incendi e terremoti. Fu quasi distrutta dal catastrofico sisma del 1706; fu ristrutturata in forme barocche, preservando il portale laterale con iscrizione in caratteri longobardi, le absidi semicircolari con mensole ornate con teste umane e soggetti fitomorfi, la cripta con  intercolumnio e la serie di interessanti capitelli databili alla fine del IX e gli inizi del X secolo, un pregevole altorilievo in pietra raffigurante una Madonna col Bambino, un arcosolio con affresco trecentesco ed una edicola seicentesca in marmi commessi che custodisce il busto in argento di San Panfilo, lavorato nel 1459 da Giovanni di Marino di Cicco. Sulla facciata del tipo a coronamento orizzontale, il bel portale ogivale del 1391 del maestro Nicola di Salvitto conserva nella lunetta l'affresco quattrocentesco della  "Deposizione", assegnato al Maestro della Cappella Caldora. L'interno, suddiviso in tre navate dall'originario doppio ordine di colonne romaniche, presenta una serie di opere di notevole interesse storico-artistico tra cui il sarcofago del vescovo Bartolomeo De Petrinis risalente al 1422, un suggestivo crocifisso ligneo del XIV secolo, l'altare centrale e le balaustre in marmi intarsiati di epoca settecentesca, coro e confessionali di Ferdinando Mosca ed altri arredi lignei. 

Chiesa di San Gaetano: è l'antica Santa Maria intus, detta anche Santa Maria di Pietro Aldoni e in tempi più recenti meglio conosciuta come Santa Maria di Pietraluna. Fu edificata nell'alto Medioevo e oggi, dopo ampie ristrutturazioni, si presenta in forme settecentesche: il portale laterale è datato 1739, il campanile 1775. All'interno sono stati recuperati gli apparati decorativi settecenteschi, gli arredi lignei ed un crocifisso dai caratteri quattrocenteschi; sotto le pavimentazioni della zona presbiteriale sono emerse le tracce di una domus databile in un momento successivo all’evento sismico della metà del II secolo. Il viaggio a ritroso nel sottosuolo della chiesa ha le sue tappe in altri cinque edifici religiosi che si sono sovrapposi l'uno sull'altro, con varie dimensioni e diverse strutture tombali: nell’ambito dell’VIII secolo è datata la costruzione, direttamente sui livelli romani, della prima piccola chiesa orientata a nord e aperta su una platea selciata, che nell’abside conserva tracce della decorazione pittorica con motivo a velario. 

Santa Maria della Tomba: ricordata fin dal XII secolo, si crede eretta sui resti di un tempio dedicato a Giove. E' una delle maggiori chiese cittadine, con facciata a coronamento orizzontale, arricchita dal portale tardo-gotico e dallo splendido rosone lavorato nel 1400 a spese di Palma di Amabile, come attesta l'iscrizione in basso a destra. L'interno, suddiviso in tre navate, ha subito radicali restauri negli anni settanta quando fu eliminato il rivestimento barocco. Nel corso dei lavori sono venuti alla luce resti di antichi affreschi e un bassorilievo duecentesco con la raffigurazione di Adamo ed Eva. All'interno  si conservano interessanti dipinti su tela e una pregevole Madonna col Bambino in terracotta del primo Cinquecento, che riecheggia i modi di Silvestro dell'Aquila. 

AnnunziataComplesso della SS. Annunziata: è' l'emergenza architettonica più insigne della città, un insieme singolarissimo che fonde armoniosamente le forme gotico-rinascimentali del palazzo col barocco della chiesa. Il fronte del Palazzo fu compiuto in tre fasi successive: la prima, con la porta dell'horologio datata 1415 e la trifora soprastante in gotico fiorito; la seconda, con la porta della Cappella e la bifora dai caratteri rinascimentali, realizzata tra il 1451 e il 1470-1; il terzo settore con la porta della spezieria e l'ultima bifora portato a termine tra il 1512 e il 1522. La ricca cornice marcapiano, pur egualmente realizzata in momenti diversi, si propone come elemento unificante dell'organismo architettonico. La chiesa, per gran parte distrutta nel terremoto del 1706, è stata ricostruita a partire dal 1711 da Norberto Cicco di Pescocostanzo su disegno del milanese Pietro Fantoni, con facciata articolata in due ordini di colonne binate e interni arricchiti da decorazioni in stucco, dipinti murali datati e firmati da Giambattista Gamba nel 1728, pale d'altare di Lazzaro Baldi, del Simonelli e del Salini, cantorie e arredi lignei di Bartolomeo Balcone e Ferdinando Mosca e marmi a tarsie policrome di maestri pescolani e del romano Giacomo Spagna, che nel 1620 realizzò la cappella della Vergine. Della struttura cinquecentesca rimangono l'abside centrale e il campanile costruito tra il 1565 e il 1590 dal vescovo dei Marsi Matteo Colli di Napoli. 

Chiesa ed ex-convento di San Francesco della Scarpa: la costruzione primitiva si fa risalire alla fine del duecento; subì poi profonde trasformazioni a causa degli eventi sismici del 1456 e 1706. Il monastero, ristrutturato nel 1886, ospita la sede del Municipio mentre la chiesa è stata  ridimensionata e ridotta ad una unica navata conservando, però, la facciata con portale tardo-gotico e la monumentale porta laterale inserita nei resti del complesso absidale. L'interno  è caratterizzato dalla profusione di elementi decorativi in stucco realizzati da maestranze lombarde, dalla  grandiosa mostra dell'organo settecentesco e da buoni dipinti su tela di Eugenio Porretta d'Arpino e di Paolo Olmo da Bergamo, autore della pala della “Visitazione” collocata nella cappella dei Lombardi eretta nel 1508. Sulla parete di controfacciata e in un ambiente attiguo, un tempo parte integrante della chiesa medievSanta Chiara, facciataale, interessanti resti di affreschi del XIV secolo e un bel Crocifisso quattrocentesco. 

L’ex-monastero di Santa Chiara si vuole fondato da Florisenda da Palena intorno al 1260. Subì danni a seguito dei terremoti dei secoli passati e fu quasi completamente abbattuto dal sisma del 1706 e ricostruito ad opera di maestranze lombarde, con facciata della chiesa del bergamasco Pietro Fantoni. Di recente il complesso è stato restaurato ad opera della Soprintendenza. Durante i lavori, nella cappella interna sono stati rinvenuti resti  di un importante ciclo di affreschi databile tra la fine del `200 e i primi del `300, raffigurante episodi della vita di Gesù, alternati a scene della vita di San Francesco d'Assisi. Altri dipinti murali del XV e XVI secolo sono stati recuperati nel refettorio. Il chiostro e gli ambienti adiacenti conservano  le originarie forme cinquecentesche, mentre la chiesa si propone come uno dei più interessanti esempi del barocco abruzzese, con  pregevoli paliotti d'altare in marmo commesso di scuola pescolana e dipinti su tela di Sebastiano Conca ( Gloria di Santa Chiara) e di Alessandro Salini  (Sposalizio della Vergine). Attualmente gran parte del complesso conventuale è destinato a musei e biblioteca.
  

 

 

 

 

Cattedrale di San Panfilo, portaleComplesso monumentale SS. AnnunziataComplesso monumentale SS. Annunziata, cupolaComplesso monumentale SS. Annunziata, campanileComplesso della SS. Annunziata, fregio 3Complesso della SS. Annunziata, fregio 2Chiesa di San Francesco della ScarpaChiesa di Santa Chiara, facciata